Domenica 15 dicembre il circolo Arci Borettese “Il cantiere del genio” organizza un pranzo per raccogliere fondi a favore delle comunità sarde colpite dall’alluvione del 18 novembre.
Circolo Arci Borettese, ore 12.00
Via Argine Po, 17 – Boretto
/ Info 0522 963724 | 0522 964994
prenotazioni entro il giovedì 12 dicembre
Di seguito riportiamo un articolo del climatologo Alessandro Delitala
Il 18 novembre la Sardegna è stata investita da piogge eccezionali: i 470mm caduti in un giorno sul Supramonte di Orgosolo (nel bacino del fiume Cedrino) sono il massimo mai registrato in quella località; lo stesso si può dire per il bacino del fiume Posada e per il Medio Campidano.
Sull’onda dell’emozione, verrebbe facile ricondurre la recente alluvione all’Effetto Serra, facendo una semplificazione che, però, non sarebbe corretta. Eventi anche di eccezionali intensità hanno sempre funestato la Sardegna.
La più drammatica alluvione da quando esistono le osservazioni meteorologiche in Sardegna, infatti, non è stata quest’ultima. L’evento del secolo fu l’Alluvione di Gairo dell’ottobre 1951. Quell’evento drammatico fu la conseguenza di quattro giorni di piogge ininterrotte che martellarono la Sardegna orientale, ognuno dei quali con piogge paragonabile a quelle del 18 novembre scorso. L’Alluvione di Gairo, poi, fu l’ultimo di una sequenza di eventi che investì la Sardegna orientale tra il 1890 e il 1951 con intensità crescente.
Se negli anni ’50 si fosse già iniziato a parlare di Riscaldamento Globale, quella sequenza di nubifragi sarebbe stata attribuita a questo processo, paventando che altri ancora più intensi sarebbero occorsi negli anni a venire. Per fortuna, però, eventi di violenza paragonabile a quella dell’ottobre 1951 non sono più accaduti. Tuttavia è stato provato che la frequenza degli uragani dell’Oceano Atlantico o dei tifoni dell’Oceano Pacifico è in aumento. Molti studiosi pensano che anche la frequenza degli eventi di precipitazione intensa nel Mediterraneo siano in aumento in frequenza o in intensità, ma i risultati non sono definitivi. In tutti i casi un evento singolo, per quanto violento, non è mai attribuibile ai cambiamenti climatici. Ciò che la Scienza potrà dire a breve è se il loro numero realmente sta aumentando o se la loro intensità sta effettivamente crescendo, ma sempre considerandoli nel loro complesso e non come singoli episodi.
Il 2013 in Italia, però, è stato caratterizzato da un’altra anomalia climatica: un’estate piuttosto calda che si è protratta sino all’inizio di novembre. E non è stato un episodio isolato: le temperature medie annuali della Sardegna (ma anche del resto d’Italia) degli ultimi venti anni sono tutte superiori alla media, con un trend crescente che ha portato le temperature dell’Isola ad essere ormai quasi un grado e mezzo al di sopra della media ‘climatologica’del trentennio 1961-1990. Allo stesso modo è in aumento il numero delle giornate con temperature superiori a 30°C che, sempre guardando al caso Sardegna, sono più frequenti di circa il 75%, rispetto a quante erano mediamente nel trentennio ‘climatologico’.
Se poi si passa al Mare Mediterraneo, è dimostrato che il suo livello è in aumento, che la sua temperatura superficiale sta crescendo e che sta crescendo anche la temperatura della sua acqua profonda, quindi anche il calore che in esso è immagazzinato.
Insomma anche se l’eventuale legame tra le alluvioni degli ultimi anni e il riscaldamento globale è ancora oggetto di studio, gli effetti diretti del Riscaldamento Globale sulla superficie terreste e sui mari circostanti il Nostro Paese sono conoscenze consolidate.
E questo dovrebbe bastare per convincere chi nel 2016 sarà a Parigi a non fare un altro ‘buco nell’acqua’!