In vista dell’inizio della discussione al Senato sul ddl Cirinnà, Arcigay, Arcilesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit hanno promosso un appello che invita a mobilitarsi in tutta Italia per i diritti delle persone LGBTI e a organizzare un presidio permanente a Roma nei giorni del dibattito parlamentare.
L’Arci, che ha aderito all’appello e parteciperà alle mobilitazioni, ha offerto la sua disponibilità a contribuire a organizzare iniziative diffuse sul territorio.
La situazione italiana, dove nessun riconoscimento è previsto per le unioni omosessuali, è ormai intollerabile e in contrasto con la legislazione vigente in quasi tutti i paesi europei.
L’obiettivo dev’essere il raggiungimento di un’uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini e le cittadine, perché una democrazia è davvero tale solo quando assicura pari dignità, tutele e diritti universali, senza discriminazioni di nessun tipo.
Sappiamo che i contrasti maggiori, in Parlamento, si concentreranno sulla stepchild action. Noi siamo convinti che su questo istituto non possano esserci ulteriori mediazioni al ribasso. Questo strumento rappresenta infatti una garanzia, per quanto ancora limitata, di tutela per i minori, assicurando il diritto all’unità familiare, alla cura e al mantenimento.
Ci auguriamo quindi che il ddl venga approvato rapidamente e senza modifiche peggiorative.
Il tempo è adesso.
Di seguito il testo dell'appello:
«L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso. Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni. Il desiderio di ogni genitore è che i propri figli possano crescere in un Paese in cui tutti abbiano gli stessi diritti e i medesimi doveri.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese.
La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati. Questioni semplici e pratiche che incidono sulla vita di milioni di persone.
Noi siamo sicuri di una cosa: gli italiani e le italiane vogliono l’uguaglianza di tutte e di tutti»