Per rispondere alle paure di questo tempo, servono più cultura e più solidarietà. E’ la visione dell’Arci, la più grande associazione culturale italiana di promozione sociale, che dal 7 al 10 giugno sarà a Pescara per il suo XVII Congresso Nazionale.
Cultura, democrazia e partecipazione sono i cardini dell’azione e del pensiero di un’associazione nata nel 1957 e che oggi ha un milione di soci, 17 comitati regionali, 105 comitati provinciali, 4401 circoli diffusi su tutto il territorio nazionale. Esperienze e progetti quotidianamente in campo per l’accesso alla cultura e la produzione culturale diffusa, l’accoglienza, la pace, i diritti, il welfare, l’antimafia sociale, la qualità del tempo liberato.
Una grande rete di associazioni di base, presenti in tutte le regioni e province italiane, viva e vitale grazie al radicamento nei territori, all’attività volontaria di donne e uomini che si riconoscono in un sistema di valori e che per praticarli mettono a disposizione una parte del proprio tempo di vita.
Ognuno contribuisce alla realizzazione del progetto collettivo scegliendo autonomamente, in base alle proprie inclinazioni e soprattutto interpretando le domande del territorio in cui opera, a quali attività dedicarsi
Per indicare a titolo esemplificativo alcuni numeri sulle migliaia di iniziative promosse dalle basi associative Arci, citiamo quelli sull’offerta e la fruizione culturale: solo nel 2017 sono stati realizzati 28.830 spettacoli gratuiti per un totale di 3.804.507 spettatori.
I nostri circoli sono quindi i nodi essenziali della grande rete Arci, ne garantiscono il radicamento nella società e la vitalità del progetto.
Dopo centinaia di assemblee congressuali svolte nelle nostre strutture di base, 105 congressi territoriali e 17 regionali, l’Associazione si avvia a celebrare il XVII Congresso nazionale, che si terrà a Pescara dal 7 al 10 giugno presso il centro Aurum – La fabbrica delle idee, in Largo Gardone Riviera 1.
“Agire contro le paure per liberarsene” è il titolo scelto per questo appuntamento, che si colloca in un periodo denso di difficoltà e incertezze, contrassegnato da una profonda crisi culturale, economica, sociale, ambientale e democratica, che investe il nostro Paese, l’Europa e l’intero pianeta. Alla precarietà e alla solitudine, che sono la cifra di questo tempo, la risposta politicamente vincente è stata quella del populismo e dell’antipolitica, con preoccupanti rigurgiti fascisti e razzisti in un’Italia che sempre più si ripiega su se stessa, chiudendosi all’altro.
In questa situazione, il diffuso tessuto associazionistico, che rappresenta una ricchezza peculiare dell’Italia, può svolgere un ruolo importante per rispondere allo smarrimento, alla rabbia impotente, alle paure che si accompagnano al disagio sociale che investe tanta parte dei cittadini.
Noi vogliamo continuare a rappresentare un’alternativa alla solitudine, alla sfiducia, alla disgregazione sociale, sostenendo i cittadini svantaggiati, prevenendo il disagio, opponendoci all’emarginazione e alla discriminazione in tutte le sue forme, rafforzando le possibilità di accesso alla cultura.
Al Congresso del prossimo giugno, l’Arci giunge dopo un’intensa fase di discussione e approfondimento nei territori, che ha visto il coinvolgimento di migliaia di socie e soci.
In questo Congresso cercheremo di analizzare a fondo le trasformazioni che attraversano il Paese, avvalendoci del contributo di tanti ospiti, molti dei quali ci aiuteranno ad approfondire tematiche specifiche, altri a capire come superare lo scollamento tra società e politica che tanto ha penalizzato la sinistra.
Saranno 530 i delegati e le delegate chiamati a portare il loro contributo nei quattro giorni del Congresso, che si concluderà con la votazione dei documenti congressuali e dei nuovi organismi dirigenti.