E' previsto un pullman per la manifestazione del 2 aprile a Roma. Un corteo per fermare la guerra in Libia e le repressioni in Siria, Yemen, Barhein e a sostegno delle rivoluzioni democratiche nei paesi del nord Africa ed in Medioriente. La partenza è alle 7 dal Centro Commerciale Ariosto di Reggio. Rientro in tarda serata. La quota di partecipazione è fissata a € 20,00 e le iscrizioni si possono fare presso la Camera del Lavoro di Reggio Emilia (0522 4571)
Le associazioni regionali di ARCI, CGIL e Libera Emilia Romagna esprimono una forte preoccupazione rispetto al precipitare della situazione in Libia.
Le nostre organizzazioni hanno da subito accolto e promosso l’iniziativa nata all’interno del Tavolo della pace che oggi viene rilanciata con il nuovo appello che richiama al cessate il fuoco ed alla difesa dei diritti umani.
Abbiamo preso atto della risoluzione n. 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per la creazione di una “no fly-zone” e per la tutela delle popolazioni civili, ma allo stesso modo non possiamo nascondere la forte preoccupazione per la sorte dei civili, inevitabilmente coinvolti in azioni militari e riaffermiamo la nostra tradizione pacifista che rifiuta la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti internazionali.
Siamo convinti che l’Italia debba agire in seno all’Europa, al sistema delle Nazioni Unite e alle altre istituzioni internazionali democratiche all’insegna della ferma difesa dei diritti umani, del dovere di proteggere, di assistere e di accogliere le vittime della repressione.
Abbiamo fermamente condannato la violenta repressione attuata dalle milizie di Gheddafi e, con forza, oggi chiediamo l’apertura di un’inchiesta internazionale dell’Onu tesa a individuare e punire i responsabili delle uccisioni e delle violenze contro i civili.
Ci riconosciamo nelle parole di Giorgio Napolitano che invita a sostenere dall’interno e “dal basso” i processi democratici dei paesi del Mediterraneo e quindi con forza rilanciamo la ripresa del percorso politico-diplomatico, ritenendo indispensabile il coinvolgimento delle organizzazioni della regione anche per scongiurare il pericolo di piegare la stessa risoluzione dell’ONU agli interessi politici ed economici di alcune potenze occidentali.
Ci schieriamo al fianco di chi sta lottando, rischiando la vita, per la libertà, la giustizia, la democrazia, sollecitando che quanto prima si avviino percorsi negoziali, prevedendo anche il contributo degli osservatori internazionali (International Human Rights Monitors), le agenzie umanitarie nei paesi interessati da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
Chiediamo che l’Italia e l’Europa si adoperino per condannare con fermezza tutti i totalitarismi, le dittature e tutte quelle situazioni in cui si ravvisi sfruttamento, traffici illeciti, ingiustizie, violazioni dei diritti umani oltre a denunciare con chiarezza i troppi silenzi interessati perché economicamente o politicamente vantaggiosi, auspichiamo azioni che definiscano il blocco della vendita delle armi e dalla sospensione di ogni forma di cooperazione militare con i paesi che non rispettano i diritti civili.
Chiediamo inoltre l’adozione tempestiva delle necessarie misure di assistenza umanitaria alle popolazioni sottoposte a deprivazioni dei diritti; chiediamo che venga garantito il riconoscimento dei bisogni umanitari e del diritto all’accoglienza di tutti coloro che fuggono dalle violenze, dalle minacce e dalle violazioni dei diritti umani in atto nel mediterraneo.
Chiediamo l’impegno ad investire nel Mediterraneo perché divenga un vero mare della pace, dell’incontro fertile tra persone e culture diverse, del dialogo interreligioso, della sicurezza comune e dello sviluppo umano, facendo anche appello alle organizzazioni e ai movimenti di società civile italiana ed europea affinché attivino tutti le iniziative di solidarietà e di pressione sui governi europei perché finalmente si realizzi una autentica “Comunità del Mediterraneo per la sicurezza e lo sviluppo umano.
Invitiamo, quindi, tutti i cittadini, i gruppi, le associazioni, gli enti locali, le organizzazioni laiche e religiose a partecipare alla giornata di mobilitazione del 2 aprile per fermare la guerra in Libia e le repressioni in Siria, Yemen, Barhein e a sostegno delle rivoluzioni democratiche nei paesi del nord Africa ed in Medioriente, partecipando quindi nelle forme ritenute opportune, alle iniziative che si stanno organizzando nelle diverse città.
Invitiamo inoltre i comitati provinciali delle nostre organizzazioni ad impegnarsi nella mobilitazione per l’attivazione del percorso "Verso la Perugia-Assisi" per promuovere il più ampio coinvolgimento delle scuole, dei giovani e della cittadinanza in vista della Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011.
Ribadiamo infine la richiesta alla Regione Emilia Romagna di convocare una seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa per comprendere quali misure la nostra regione intende attivare per promuovere le politiche di accoglienza ed asilo nei confronti delle persone in arrivo da quelle zone.