E’ dedicata all’informazione l’ultimo appuntamento della rassegna “Dei Diritti e delle Sere”, coopromossa da Arci Solidarietà e dai circoli Arci di Reggio Emilia.
Alle 21 di venerdì 8 aprile al circolo Bainait di Montecchio graditissimo ospite sarà Loris Mazzetti, giornalista e capostruttura Rai, collaboratore di Enzo Biagi e curatore di molti programmi di Fabio Fazio tra cui l’ultimo successo “Vieni Via con Me”.
Loris Mazzetti, intervistato dal giornalista e scrittore Massimiliano Panarari, affronterà il tema del giornalismo “all’italiana”, del ruolo dei media e della tv di stato. Nel corso della serata interverrà anche il sindaco di Montecchio Paolo Colli.
Mazzetti ha più volte denunciato con coraggio i vincoli alla libertà di informazione imposti ai giornalisti della televisione pubblica (dietro il filo spinato nella trasmissione-manifestazione Raiperunanotte diretta da Michele Santoro e nei suoi libri Il libro nero della Rai e La macchina delle bugie); piú volte, infatti, è stato ripreso – e sospeso – dai vertici Rai per aver condannato le azioni volte a limitare la libertà di espressione e di opinione diventando così un vero simbolo di opposizione pacifica, ma non trattabile, alle ingiustizie nel mondo dell’informazione.
“La vicenda di Fazio mi rammenta quella di Enzo Biagi – ha detto Mazzetti – che prima dell’editto bulgaro fu, strategicamente, lasciato solo… Perché la Rai non difende le proprie risorse? I vari Belpietro, che sono presenti in tutti i programmi di approfondimento, hanno anche un secondo obiettivo: convincere il telespettatore della necessità di privatizzare la Rai come previsto nella legge Gasparri”.
“L’asservimento della Rai al potere politico dominante è uno degli elementi del disastro. I partiti hanno sempre allungato le mani sull’informazione del servizio pubblico, sia chiaro, ma mai in modo così unilaterale e arrogante, in un quadro di così grave concentrazione dei poteri. Non c’è nemmeno più bisogno della censura, ognuno conosce perfettamente il limite della libertà tollerata. Campagne di diffamazione e minacce di repulisti di tanto in tanto aiutano a ricordare chi comanda. Dai palinsesti sono quasi sparite le inchieste e i telegiornali si dividono fra dichiarazioni di portavoce di partito e cronaca d’evasione, nera o rosa. Pochissimi dentro la Rai possono permettersi il lusso di tenere la schiena dritta.”