Quattro scrittori (Daniele Benati, Ugo Cornia, Paolo Nori, Marco Raffaini), tra i più quotati sulla piazza, leggono le famigerate gesta del filosofo Learco Pignagnoli, intervallati dalla musica solare de L'Usignolo, settetto di fiati che proprio in questi giorni pubblica il suo secondo capolavoro discografico.
Mercoledi 22 dicembre (ore 21) l’Altro Teatro di Cadelbosco Sopra ospita “L’ultimissimissimissimo Pignagnoli ballabile mondiale”, filosofico, caustico, moralista, esilarante. Le opere di Learco Pignagnoli, scritte da Daniele Benati sono un capolavoro di letteratura umoristica e un grande romanzo dell’insensatezza con temi e personaggi che ricorrono con segrete ossessioni.
D’altra parte, in un’epoca come la nostra in cui gli scrittori e i pensatori appaiono dovunque in ottima condizione di salute mentale, e in cui non c’è mai stato neanche uno scrittore o un pensatore che sia finito in galera, cercare di ricostruire il percorso di un autore che al contrario è volutamente scomparso dalla circolazione lasciando un numero impressionante di opere, è il minimo che si possa fare per non trovarsi impreparati di fronte all’improvviso che prima o poi fa sgarrare la vita a tutti quanti.
Per l'occasione, Pignagnoli Learco sarà propinato in versione ballabile grazie alle musiche de L’Usignolo. Per molti, quasi per tutti. Sicuramente per l’ultima volta.
L' Usignolo è il titolo di uno dei più celebri valzer di Luigi Boccaccia e da il nome ad un gruppo nuovo ma con radici molto lontane nel tempo quando ancora esistevano i cosiddetti "Concerti a Fiato" molto diversi per composizione e stile dalle "Orchestre" come le pensiamo oggi.
Nelle feste popolari, per le sagre della vendemmia e della mietitura, la gente aveva voglia di ballare e ad accompagnarli già dalla fine dell' 800 erano gruppi di veri pionieri del genere che sui ritmi incalzanti di valzer, mazurche e polche permettevano a clarinetti e trombe di scatenarsi in sequenze di note indiavolate e portare ai più arditi acuti.
Ancora non erano in uso le percussioni nè ritmi di tradizione spagnola o sudamericana e nemmeno le voci venivano utilizzate fors' anche per la mancanza di amplificazione; solo strumenti a fiato con aggiunto, a volte, il contrabbasso.
Giovani musicisti diplomati e da anni cultori e valenti esecutori di musica classica o "colta" per così dire, si sono ritrovati a scoprire il divertimento, il piacere e il grande valore virtuosistico della musica popolare della nostra terra.
Il gruppo oltre ad eseguire i brani più famosi ed ancora molto amati di questo repertorio, si sta anche occupando di ricercare le pagine meno note per proporle al proprio pubblico e non manca di inserire le nuove composizioni di Francesco Gualerzi (fondatore del gruppo assieme al M° Mirco Ghirardini) che con grande sensibilità e talento riesce a ricollegarsi alla tradizione rispettando lo stile e l' atmosfera.
Una proposta di grande valore culturale, di recupero del linguaggio musicale "nostrano" ma anche un' occasione di autentico divertimento alla scoperta di uno stile prodigioso ed entusiasmante.
Daniele Benati
Daniele Benati è di Reggio Emilia e ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti e d’Irlanda. Ha tradotto opere di James Joyce, Flann O’Brien e Tony Cafferky, e ha curato l’edizione americana del monologo teatrale di Raffaello Baldini Carta Canta (Page Proof, Bordighera Press 2000). Nel 1997 ha pubblicato, da Feltrinelli, Silenzio in Emilia (Premio Loria 1997 e selezione Premio Chiara 1998) e, nel 2004, Cani dell’inferno. Ha curato e tradotto, insieme a Gianni Celati, l’antologia Storie di solitari americani, Rizzoli, 2006. Nel settembre del 2006 pubblica il tanto atteso Opere complete di Learco Pignagnoli per Aliberti Editore e nel 2007, per lo stesso editore, Un altro che non ero io.
Ugo Cornia è nato a Carpi nel 65 e vive a Modena. Ha collaborato a Comix e a Il Semplice, collabora a Il Caffé Illustrato. Non gradisce dire niente di particolare della sua vita perché la ritiene ininfluente. Ritiene altrettanto ininfluenti il suo lavoro, i suoi gusti, e le cose che gli sono capitate.
Suoi i romanzi Sulla felicità a oltranza (1999), Quasi amore (2001), Roma (2004) pubblicati per Sellerio.
Nel 2007 è uscito, sempre per Sellerio, il suo quarto romanzo dal titolo Le pratiche del disgusto e nel 2008 per Quodlibet Sulle tristezze e i ragionamenti.
Paolo Nori (Parma 1963) ha pubblicato Le cose non sono le cose (Fernandel), Bassotuba non c’è (DeriveApprodi), Spinoza, Diavoli, Grandi ustionati, Si chiama Francesca, questo romanzo (Einaudi stile libero), Gli Scarti, Pancetta, Ente Nazionale della Cinematografia Popolare (Feltrinelli), I quattro cani di Pavlov (Bompiani) e, insieme a Marco Raffaini, Storia della Russia e dell’Italia (Fernandel). Ha tradotto e curato l’antologia degli scritti di Daniil Charms Disastri (Einaudi stile libero) e l’edizione dei classici di Feltrinelli di Un eroe dei nostri tempi di Lermontov e delle Umili prose di Puškin. Nel settembre 2006 pubblica il romanzo Noi la farem vendetta per Feltrinelli. Nel 2007 escono La vergogna delle scarpe nuove e Tre discorsi in anticipo e uno in ritardo rispettivamente per Bompiani e DeriveApprodi. Siam poi gente delicata per Laterza nel 2007 e l’ultimo Mi compro una gilera per Feltrinelli.
Marco Raffaini è nato a Parma nel 1967, dove fa il traduttore e lavora come corriere. Suona la fisarmonica nei Bogoncelli e nel Marco Raffaini Jazz Trio. Storia della Russia e dell'Italia è il suo primo romanzo, scritto con Paolo Nori.
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