“Ogni opera di confessione” il film documentario di Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli coprodotto da Arci Reggio Emilia, sarà in proiezione al Cinema Rosebud mercoledì 9 novembre (ore 21) nell’ambito della rassegna «Riusciranno i nostri eroi – i nuovi autori del cinema italiano incontrano il pubblico» realizzata in collaborazione con FICE Emilia-Romagna e l’Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia.
mercoledì 9 novembre, ore 21
Cinema Rosebud – Via medaglie d’Oro della Resistenza, 6 (RE)
OGNI OPERA DI CONFESSIONE
Un film documentario di Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli.
In collaborazione con Emilia-Romagna Film Commission e Arci Reggio Emilia.
A cura di Marco Trulli e Claudio Zecchi.
Paese: Italia Anno di produzione: 2015 Durata: 67′ Lingua: Senza dialoghi Formato di ripresa: Full Hd, Colore Suono: Surround 5.1 Formato di proiezione: DCP, File Apple ProRes Ratio: 1.85:1
SINOSSI DEL FILM
Un uomo ha deciso di acquistare un attico in una discussa zona della città. Dalle vetrate di questo immobile ci si accorge di un’enorme area in disuso. Si tratta di un complesso industriale dal passato glorioso, che giace in attesa di un articolato processo di riqualificazione. Intanto una famiglia rom sosta da tempo in un camper, interagendo con gli spazi di queste strutture, mentre un anziano operaio, sogna di volare per l’ultima volta. Sono suoni e gesti che legano il paesaggio all’uomo e che rappresentano una dignità comune nell’affrontare il tempo che intanto scorre.
“We shake the foundation of the earth, to call heaven to come down”.
OUVERTURE
Ogni opera di confessione è un lavoro che mette a fuoco la densità di tempi, relazioni e memorie che scaturiscono dalla penetrazione in uno spazio vuoto, quello delle ex Officine Meccaniche Reggiane. Il vuoto di uno spazio produttivo, una grande città-officina disabitata, un rottame del Novecento che rimane spiaggiato, inanime alla fine di un lungo corso. Ma nei vuoti si aggirano personaggi, brulicano protagonisti come residui di una grande storia, soldati giapponesi ancora in trincea di fronte all’evidente collasso. Le Reggiane non si materializzano nel loro insieme se non per pochi fotogrammi. In realtà tutto il film è una strategia di avvicinamento allo spazio che mette in luce una pluralità di personaggi e di singole comunità che vivono ai margini del vuoto. Comunità religiose (pentecostali o islamiche) che testimoniano il ruolo di grande cambiamento che ha avuto l’immigrazione nella trasformazione dei quartieri circostanti le Reggiane. Una serie di personaggi, visioni imperniate su due racconti silenziosi che si dispiegano lungo il film e che vengono raccontati attraverso gesti minimi e quotidiani dei personaggi. Ogni Opera di Confessione è un oggetto complesso. Un’opera che poggia sulla certezza formale del linguaggio cinematografico, ma allo stesso tempo capace di declinare e muovere contenuti che si rivolgono in maniera quasi plastica ad un tempo, ad uno spazio e ad una gestualità che escono dalla specificità di quel linguaggio per abbracciarne altri: la scultura, l’installazione, la performance, fin anche la pittura nell’uso dei colori e della ritrattistica.
I curatori,
Marco Trulli e Claudio Zecchi
CONTATTI
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