FAKIR THONGS (stoner rock da Modena), INTO THE VOID (hard rock da Reggio), MEZZANIA (cantautorato da Bologna), MISLEAD (indie rock da Bologna), ecco i gruppi che si sono aggiudicati la finalissima del Premio Daolio prevista alla Rocca di Novellara venerdì 27 luglio 2018 a partire dalle 21. Una sorta di campionato musicale emiliano-romagnolo che si terrà nella patria del grande Augusto e sotto il suo segno. Musicista ma non solo, artista a tutto tondo. Da Bologna a Reggio passando per Modena con una deroga su Mantova (inclusa dalla gara proprio per la vicinanza a Novellara): dal promontorio del premio Daolio si vedono bene le nuove strade battute dai giovani musicisti alle prese con la nobile arte dello scriver canzoni. Sono le canzoni, rigorosamente inedite e originali (cover no grazie) ad essere misurate dalla giuria secondo parametri quali originalità creativa, forza espressiva e personalità.
Venerdì sotto i riflettori della giovane canzone emiliana ci saranno questi brani scelti appositamente per la finale: Poison Me Twice dei Fakir Thongs, Records di Into the void, Parole Nuove di Mezzania, Sogni di Mislead.
Anche il pubblico al Daolio può dire la sua e il giudizio popolare peserà 20 punti su 100, quando la giuria qualificata si riunirà per decretare il vincitore numero 23 del Premio.
Durante la serata della finalissima tornerà sul palco del Premio Daolio HER SKIN, vincitrice dell’edizione 2017. La giovane cantate presenterà il suo primo disco Find A Place To Sleep accompagnata da Daniele Rossi (cello, banjo). HER SKIN è Sara Ammendolia, nata e cresciuta tra Modena e la sua provincia. Esordisce nel settembre del 2015, con un EP registrato tutto in un giorno dal titolo “Goodbyes and Endings”.
Il Premio Daolio – organizzato da Arci e voluto dal Comune di Novellara – continua a mantenere anche in questa edizione l’attenzione sulla scrittura musicale in ogni forma, da quella più tradizionale a quella più sperimentale.
Le biografie delle band finaliste:
Fakir Thongs
I Fakir Thongs iniziano la loro esperienza musicale a gennaio 2012 e, dopo un periodo di attività vulcanica per comporre il loro primo repertorio, danno il via a un’intensa attività live in Emilia Romagna. La loro musica è ispirata allo Stoner Rock degli anni ’90 e allo Space Rock degli anni ’70 e combina melodie orecchiabili e atmosfera psichedeliche in un efficace medley musicale. A gennaio 2013, registrano il loro primo EP con la produzione di Omid Jazi presso Hot Studio, a Modena. Nel 2013, grazie ad un’intensa attività live, prendono parte al Festival Collisioni, a Barolo e aprono i concerti di gruppi come Fast Animals e Slow Kids, Nadar Solo, Apres la Classe e Criminal Jokers. Nel 2014 e nel 2015, Fakir Thongs aprono il live della band tedesca Zodiac e della band polacca Tides Of Nebula. Nel 2015, pubblicano il loro primo album, Habanero. Nel 2016, continuano a suonare dal vivo nel Nord Italia, aprono il live dei Void Of Sleep e lavorano su nuove canzoni. Nel 2017, partecipano al Soundart Festival, a Bucarest, condividendo il palco con gruppi come Exivious, Groove Therapist e SL Theory. Lo stesso anno, iniziano le sessioni di registrazione per il nuovo album. Nel 2018 pubblicano il loro secondo album, Lupex, che contiene 10 nuovi brani e una nuova dose di stoner, rock psichedelico e progressive. A maggio, girano l’Europa, suonando concerti in Croazia, Ungheria e Romania e partecipano al Soundart Festival di Cluj e Timisoara, condividendo il palco con gruppi come Stoned Jesus e Methadone Skies.
Into the void
Gli ITV si formano nei primi mesi del 2018, partecipando a contest locali riscuotono un discreto successo, piazzandosi sempre nelle migliori posizioni.
La Band sceglie per il momento di non avere ne sito internet ne profili social, per creare un alone di mistero attorno al progetto.
Mezzania
Mezzania, all’anagrafe Mariantonietta Mazzeo, è una giovane cantautrice della provincia di Foggia. Fortemente legata alle sue origini e alla sua “Terronia”, si è trasferita a Bologna per motivi di studio.
“Pare uscita da un periodo musicale totalmente diverso da quello in cui fino a questo momento siamo stati immersi […] Era l’epoca in cui il cantautorato italiano era gonfio di parole che avevano un peso reale sulla cultura popolare. Le sue canzoni sono una valanga organizzata di immagini accompagnate con pulizia e precisione tecnica dalla chitarra incalzante di Francesco Pinto. Elegante e rude allo stesso tempo, Mezzania sgrana gli occhi nell’esposizione di testi interpretati in maniera tanto poetica quanto noir. E’ un canto di protesta mai rassegnato alle controversie sociali e politiche della sua terra ma che, ad oggi, riguardano tutta la nazione. Muove le mani come se stesse pennellando i suoi versi serrando a tratti le mandibole segno della strana rabbia creativa che spesso muove gli artisti del sud Italia figli di una realtà colma di contraddizioni”.
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