Un Requiem Laico
di e con Francesco Benozzo, Fabio Bonvicini e fratelli Mancuso
Un Requiem Laico è un luogo d’incontro tra quattro musicisti e cantori che operano nel mondo del canto tradizionale, dedicato ai temi della memoria e ai luoghi e alle voci che testimoniano di un passato che rimane fra noi.
Il repertorio attinge alla tradizione popolare e propone brani d’autore che rappresentano un incontro tra geografie della memoria e prospettive di ascolto tra luoghi distanti: canti tradizionali emiliani, canti di lamentazione siciliani, canti processionali e composizioni originali.
Anche l’incontro di strumenti e di voci è un lavoro sulla tradizione che “si fa memoria”: canti monodici, canti d’improvvisazione, voci a cappella, modalità melodiche del maggio drammatico tosco-emiliano; e, tra gli strumenti, l’arpa popolare, i flauti , gli strumenti a corda e a percussione del Mediterraneo orientale e numerosi altri.
La collaborazione che prende forma in questo progetto è una collaborazione effettiva e pluriennale su vari progetti legati al canto tradizionale, che da oltre un decennio vede Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini attivi nella rivisitazione e nella rivitalizzazione del canto tradizionale emiliano, e i Fratelli Mancuso come punte di diamante, internazionalmente acclamate, dei modi possibili di “tradizionare” e “ritradizionare” il repertorio dei cantori siciliani e non solo.
Francesco Benozzo: canto, arpa
Fabio Bonvicini: canto, flauti dritti, percussioni
Enzo Mancuso: canto, violino, chitarra, colascione
Lorenzo Mancuso: canto, chitarra, harmonium
Giampaolo Violi: fonico
Leggi l’intervista realizzata da blogfolk.com
NOTE ARTISTICHE
Fratelli Mancuso
Hanno attraversato in poco più di trent’anni mondi in apparenza inconciliabili, i sentieri sperduti di Sutera – il loro paese, in Sicilia – e le lontane periferie industriali del nord Europa. Hanno appreso la lingua del ricordo come il naufrago impara a nuotare, annullando, in questo modo, ogni distanza che estrania la quotidiana esistenza dal sentimento della propria appartenenza. Hanno iniziato a cantare senza accorgersene e hanno continuato a farlo anche quando, abbandonate le nebbie londinesi, sono riemigrati in Italia, inseguendo un canto ideale, intimo, essenziale, semplice e necessario come un bisogno primario. Con questa “virtuosa inconsapevolezza” hanno cantato nei teatri e nelle piazze, in Italia e all’estero e offerto il segno del loro mondo sensibile. Nelle voci penetranti di Enzo e Lorenzo Mancuso si avverte il respiro solenne della storia con gli innumerevoli intrecci ed avvicendamenti culturali che hanno avuto come teatro la Sicilia.
Attraverso di loro si rinnovano le fatiche, le miserie, l’eroismo, la creatività di una gente orgogliosa della sua terra. Le canzoni dei Fratelli Mancuso parlano così di antiche tensioni e presenti indignazioni civili, di ataviche oppressioni e dell’eterno desiderio di libertà sulle rotte del nostro mare, il Mediterraneo.
Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini
Da ormai quindici anni la loro attività individuale è vasta e poliedrica, intensa e ravvicinata: Numerose le incisioni e i volumi realizzati all’interno di un’attenzione sempre viva per le cose della cultura popolare. Dopo anni di collaborazione vicina e lontana all’interno di incisioni discografiche, libri e concerti, nel 2013 hanno realizzato insieme per l’etichetta faroese TUTL il cd “Libertà l’è morta”, in cui raccontano la loro idea di anarchia e libertà. Legati dalla passione per i luoghi d’Appennino, lavorano da tempo assieme per liberare le parole e le musiche tradizionali dalle strette in cui spesso vengono rinchiuse in nome di una non ben definita ortodossia passatista. Proprio questa lunga collaborazione verso una nuova libertà della tradizione, li ha spesso portati a contatto con i Fratelli Mancuso. Un Requiem Laico è l’approdo di questa vicinanza.
PROGRAMMA
Sacciu chi parli alla luna (Fratelli Mancuso)
Brano di lamentazione per la perdita dell’amato, che attinge alle tradizioni popolari dei marinai siciliani
Fuoco e mitragliatrici (Tradizionale)
Raccolto da fonti orali emiliano-romagnole, rievoca la drammatica vita di trincea della Grande Guerra e auspicandone l’immediata fine
Disio di tia (Fratelli Mancuso)
Canto d’amore siciliano in bilico tra la nostalgia immobilizzante della lontananza e il desiderio che anima il viaggio
Quando il mondo fu creato (Bonvicini – Benozzo / Tradizionale)
Sull’aria di un Maggio drammatico dell’Appennino modenese, si susseguono le immagini narrate dalle testimonianze di Fossoli
La figlia soldato (Tradizionale)
Canto tradizionale dell’area piemontese-lombarda attestato già nel XVII secolo, sui rovesciamenti di ruoli causati dalle guerre
Dies Irae appenninico (Tradizionale)
Versione tradizionale del Dies Irae raccolta nelle alte valli parmensi
Deus meus (Fratelli Mancuso)
Canto di lamentazione che si ispira alle ultime sette parole di Cristo sulla croce
Mi chiamu Forsi (Fratelli Mancuso)
Brano in siciliano per i senzaterra e i migranti dei perigliosi mari contemporanei
Cinno Zòbel (Bonvicini / Tradizionale)
La storia di Eliseo Zoboli, nonantolano autoesiliatosi per quattordici anni nella torre della cittadina modenese per estrema protesta e resistenza contro il fascismo
Torna deh torna (Tradizionale)
Canto popolare dell’Alto Appennino modenese, in cui un padre supplica il figlio di tornare presso di lui
La ruvina (Benozzo / Tradizionale)
Brano tradizionale di migrazione, sulla rovina delle piccole comunità causata dalle troppe partenze senza ritorno